Questa è la sesta ed ultima puntata del mio viaggio nel Maramures, nel Nord della Romania, verso Mocăniţa, l’ ultima linea ferroviaria a scartamento ridotto in funzione non solo per turismo.
Le altre puntate sono qui:
Capolinea
E poi la fine del percorso arriva quasi inattesa: una casa di legno e neanche una piattaforma.
I binari terminano lì e poco oltre inizia l’ Ucraina.
Non resta che sganciare il carro con il fieno e dire addio al buon profumo che ci ha seguito per un giorno e mezzo.
Il ritorno
I vagoni con il carico da trasportare a valle sono già pronti, quelli vuoti vengono sganciati per il prossimo carico; la locomotiva esegue la manovra e si posiziona in coda al convoglio. I ganci scattano, il treno è pronto.
La via del ritorno sarà più veloce, con la locomotiva a rallentare i vagoni in discesa libera ed i frenatori al lavoro di gran lena a chiudere e rilasciare le ganasce. Perché poi bisogna anche evitare che i freni si surriscaldino.
Quando era ancora vivo, Claudio Lolli cantava della tristezza del viaggio di ritorno:
l’ esorcismo per questo spleen è spesso semplice:
Sorpresa quasi all’ arrivo
Lungo la linea della Mocăniţa osterie non se ne trovano, e però quando siamo ormai in prossimità della stazione, quando la valle è larga e quasi pianeggiante, con il Vaser che scorre placido nel suo letto di sassi, ci si offre qualcosa di simile e sorprendente: c’è della gente attorno ad un fuoco, un uomo di mezza età indaffarato attorno ad un gran recipiente di rame e tre donne che lo aiutano.
Ma cosa stanno facendo?
Intendersi è come al solito difficile. Hai voglia a dire che il Romeno è una lingua di origine latina. Dopo secoli di slavizzazione i suoni sono di gran lunga cambiati e per chi non la conosce la lingua sembra più simile all’ Ucraino che al Latino.
Grappa artigianale
Per fortuna interviene uno dei Daniel del treno che fa da traduttore e mi spiega.
Stanno distillando grappa! La famiglia si sta preparando la razione per l’ inverno.
La grappa purifica, disinfetta e santifica, dice il proverbio.
Se poi è fatta con le proprie mani, ancor di più, aggiungo io.
Ma con l’ acqua di un fiume che scende da una montagna crivellata di miniere e dove chi lavora a segare gli alberi non ha a disposizione servizi igienici?
“Si certo che l’ acqua del fiume è inquinata – risponde Daniel – ma non è un problema, perché viene adoperata solo per raffreddare l’ alambicco e non entra in contatto con i liquidi alcoolici. “
Una prova sul campo della qualità del prodotto con estrazione diretta a mezzo di una caraffa di plastica, mi convince che Daniel ha ragione.
Una caraffa di grappa! Buona e profumatissima. Però non l’ ho bevuta tutta…
Fine
Le altre puntate sono qui:
Ti è piaciuto? Ti andrebbe di leggere ancora le mie storie di viaggio e fotografia?
Perché non ti iscrivi alla mia newsletter?
Ne riceverai una solo quando pubblicherò un nuovo articolo ed i tuoi dati non verranno mai comunicati a terzi!
Se invece vuoi continuare a goderti belle foto di viaggio, usa il menu in alto e fai un giro per il mio sito!
Sapevi che puoi spedire gratis tutte le e-card che vuoi? Scegli le foto che ti piacciono di più e poi clicca sul bottone E-Card in basso a destra per spedirle a chi vuoi. E’ semplice ed è gratis!