Quando andarci
Quattro passi per Procida, l’ isola più piccola e misconosciuta dell’ arcipelago partenopeo ma che non è certamente meno bella ed interessante delle più famose Ischia e Capri.
Grazie alla sua conformazione, alla relativa mancanza di affollamento ed alle sue peculiari caratteristiche, come ad esempio i giardini che nella stagione giusta sono pieni di fiori, limoni ed arance, è il posto perfetto per una pausa di relax, dimenticandosi di traffico, automobili e stress.
I momenti migliori per visitarla sono i giorni di primavera o autunno. E’ il tempo in cui la luce è migliore grazie alla minore altezza del sole sull’ orizzonte, e c’è poca gente in giro per le strettissime strade.
C’ è un altro fattore da tenere in considerazione: Procida è un’ isola piccola, più piccola anche di Capri. La si può girare tutta a piedi in un giorno, a patto di avere un minimo di predisposizione alle lunghe passeggiate. Ma se non vogliamo affaticare troppo i nostri piedi e vogliamo sfruttare le migliori opportunità offerte dalla luce, dobbiamo programmare di trascorrervi almeno un fine settimana.
Come arrivarci
I traghetti per Procida salpano da Napoli e da Pozzuoli, ma in ogni caso attraccano al porto principale dell’ isola, che vi accoglierà immediatamente con la vista del suo centro abitato principale. Una quinta molto scenografica di case dipinte in colori pastello, che offre il meglio di sé nei momenti estremi della giornata e soprattutto al sorgere del sole, quando le acque calme del porto riflettono gli edifici appena illuminati dalla luce calda dell’ alba. Al tramonto la luce è ugualmente bella, ma il Maestrale increspa il mare ed i riflessi scompaiono, mentre durante tutto l’ arco della giornata, le facciate degli edifici che affacciano sul porto sono per gran parte del tempo in controluce ed in ombra.
Sbarchiamo e prepariamoci al nostro giro, che effettueremo in senso orario attorno al perimetro dell’ isola. Incamminiamoci dunque con il mare alla nostra sinistra e passiamo dal vecchio porto che ospita traghetti e pescherecci al nuovo Marina, affollatissimo in estate. Alla nostra destra, le case multicolori dell’ isola, e la chiesa di Santa Maria della Pietà, in posizione molto particolare, al limitare della banchina, praticamente affacciata sul mare.
Terra Murata
Seguiamo le indicazioni turistiche per Terra Murata. Ci accoglierà quasi immediatamente una salita, ma consoliamoci pensando che in fondo è l’ unica dell’ isola. Poi facciamoci distrarre dalle strade strette ed acciottolate, dagli angoli nascosti e pittoreschi, dalle caratteristiche insegne dei negozi che sembrano non aver alcun sentore delle mode che passano e dei nuovi grafici che vengono alla ribalta.
Lasciamoci affascinare da ciò che ci circonda dimenticando la fatica ed il sudore, finché – raggiunta Piazza dei Martiri – svolteremo a sinistra e con un’ ultima arrampicata ci ritroveremo al cospetto del più spettacolare panorama di Procida: il Belvedere dei due cannoni. Una vista superba, un assaggio di tutto ciò che ci regalerà l’ isola durante la nostra passeggiata.
Il Belvedere dei Due Cannoni
In fondo, i due promontori di Punta Solchiaro e Punta Pizzaco, che si allungano nel mare come dita di una mano. Poi una lunga e stretta spiaggia di sabbia nera a ricordarci la natura vulcanica di Procida, ed infine – proprio sotto di noi – l’ incanto policromatico di Marina della Corricella, antico borgo di pescatori, con le case strette tra il mare ed il fianco della collina, addossate le une sulle altre. Ogni edificio un colore diverso, ed in cima a tutto, quasi sotto i nostri piedi, la cupola gialla e grigia della Chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Il momento migliore per fotografare dal Belvedere dei due cannoni è a prima mattina, quando avremo il sole alle spalle che lentamente sorge ed illumina la baia ed il borgo della Corricella, ravvivando i colori delle facciate delle case e delle barche.
L’ antico borgo dell’ isola
Quando riusciremo a distogliere lo sguardo da tutte queste meraviglie, noteremo alle nostre spalle un enorme bastione quasi privo di aperture, ad eccezione della cosiddetta Porta di Ferro, unico accesso al quartiere di Terra Murata. Questo è l’ originario nucleo urbano dell’ isola, posto sul suo punto più alto e quindi più facilmente difendibile dagli assalti dei pirati saraceni.
Intorno alla piazza d’ armi troviamo ciò che resta del borgo originario, un susseguirsi di stretti passaggi sui quali si affacciano porte, scale, finestre ed archi. La tipica architettura spontanea procidana fatta di case basse, con due, massimo tre piani sfalsati tra di loro, scale d’ accesso esterne ed archi per dare riparo ai locali a livello strada che spesso erano adibiti a bottega, o laboratorio artigiano, o anche deposito.
Il Palazzo Reale che divenne carcere
L’ originaria struttura viaria fu profondamente mutata nel XVI secolo. Furono edificate le mura di cinta, fu spianata una vasta area della collina per realizzare una piazza d’ armi e fu realizzato il Palazzo Reale. Quest’ edificio ha una storia singolare, perché dopo aver ospitato i reali fu convertito in carcere. Il penitenziario è rimasto attivo fino al 1988. Completamente abbandonato dopo la sua chiusura, versa ormai in stato di abbandono e degrado. Le finestre a picco sul mare, ancora chiuse da pesanti grate di ferro, fanno però capire quale splendida vista si offrisse ogni giorno ai suoi ospiti, quasi una pena accessoria per far rimpiangere maggiormente la perduta libertà.
Continuando ad aggirarci per il borgo ci imbatteremo anche nel convento di Santa Margherita, scenograficamente a picco sul mare. Per costruirlo fu necessario realizzare un enorme complesso di piloni sormontati da archi, che sono ancora visibili dal mare a chi naviga verso gli approdi della Corricella o della Chiaiolella. Terra Murata ospita anche l’ Abbazia di San Michele ed il Conservatorio delle Orfane, sulla cui sinistra si apre il belvedere di Via Borgo, con splendida vista su Napoli e il suo golfo, dominato dal cono vulcanico del Vesuvio.
Marina della Corricella
Moralmente e fisicamente rinfrancati dal termine della salita, ritorniamo sui nostri passi fino a Piazza dei Martiri. Imbocchiamo il sentiero a gradoni che ci porterà verso il gioiello di Procida, la multicolore Marina della Corricella. Il viottolo in discesa ci introduce immediatamente in un altro mondo. Ci ritroviamo circondati da mura di edifici dipinti in colori pastello che proiettano ombre lunghe e profonde dietro le quali si nascondono angoli inaspettati, passaggi coperti da volte, scale esterne che conducono ai piani superiori.
Giallo, rosa, verde, azzurro, rosso: i particolari colori delle case della Corricella non sono lì solo per motivi estetici. Un tempo, infatti, gli uomini di mare di ritorno da lunghi viaggi, riconoscevano la loro abitazione a miglia di distanza, grazie anche al suo colore che la distingueva dalle altre vicine.
Il porto della Corricella
Scegliamo un percorso a caso, in breve ci ritroveremo comunque a pelo dell’ acqua, sul porto che fu realizzato nel diciassettesimo secolo. Se dall’ alto la Corricella è un meraviglioso scenario, esplorare il borgo significa trovarsi a contatto con una continua fonte d’ ispirazione fotografica. Case multicolori addossate una accanto all’ altra, una sopra l’ altra, archi, balconi, scale, finestre, gradinate, ombre, colori, scorci di mare, imbarcazioni, reti da pesca e tra tutto ciò fremono le attività lavorative di pescatori, ristoratori, ormeggiatori, casalinghe. Ma che questo fosse l’ angolo più bello di Procida, lo avevano capito già i primi abitanti dell’ isola; il nome “Corricella” infatti, deriva dalle parole greche chora kalè che significano “bella contrada”.
Il set de “Il Postino”
Per le sue caratteristiche straordinarie, quasi uniche, la Corricella è stata usata come set per numerosi film. Quello che è rimasto maggiormente impresso nell’ immaginario popolare è “Il Postino”, del quale sentirete ancora parlare se vi intratterrete a parlare con i pescatori. Soprattutto se lo farete seduti sotto gli ombrelloni del bar che fece da sfondo alle scene principali, e che da allora ha preso il nome dal film ed espone memorabilia del set, compresa la bicicletta nera sulla quale Troisi andava in giro a consegnare lettere ed esplorare anime.
In questo borgo dove spesso sembra che il tempo si sia fermato, ci si può fermare per quanto tempo si desidera. Si scoprirà sempre un angolo nuovo, un profumo che prima non ci aveva sfiorato le narici, un abitante disposto a raccontare aneddoti di mare e pesca.
I giardini di Elsa
Abbandonata anche la Corricella, proseguiamo la nostra passeggiata risalendo la cosiddetta gradinata scura. Teniamo il mare sempre sulla nostra sinistra ed abbandoniamo lentamente il centro abitato ammirandone le chiese e le ville Seicentesche. Ci avviamo verso il regno della Natura: limoni, arance, mandarini, fiori e mare.
Prima di giungere al sentiero che conduce a Punta Pizzaco, ci godremo un altro splendido panorama da un belvedere elevato dal quale si evince chiaramente la natura vulcanica dell’ isola ed il perimetro dei crateri spaccati ed invasi dalle acque del mare. Potremo poi ammirare anche i fantastici frutteti dei cosiddetti Giardini di Elsa dove Elsa Morante trovò l’ ispirazione per l‘ Isola di Arturo, ambientato proprio a Procida. Questa è stata la sede del parco letterario intitolato alla scrittrice, purtroppo chiuso ormai da qualche anno.
Punta Pizzaco, Punta Solchiaro e la Chiaiolella
Il silenzio totale ormai ci avvolge. Ci accompagnerà per i prossimi chilometri di passeggiata lungo un sentiero che ci porterà a Punta Pizzaco ed a Punta Solchiaro. Da lì raggiungeremo il borgo della Chiaiolella, porto naturale di grande bellezza all’ interno del quale è stato realizzato un altro moderno Marina. Il nucleo abitato della Chiaiolella è meno scenografico rispetto alla Corricella e si sviluppa in pianura. Ma spostandoci verso l’ interno scopriremo una chiesa dipinta di rosa ed altri suggestivi scorci urbani. Dal lato del mare invece, una stretta spiaggia di sabbia nera guarda verso l’ isolotto di Vivara (un’ oasi ornitologica off limits purtroppo da anni) ed è fiancheggiata da stabilimenti balneari dai colori sgargianti. Sul mare si stagliano i piccoli Faraglioni di Procida.
La spiaggia del Pozzo Vecchio
Da qui alla nostra prossima meta c’è un bel tratto di strada e magari i nostri piedi stanchi si sentiranno attratti dall’ idea di un tratto in bus. Il capolinea è all’ inizio del lungomare e bisognerà chiedere all’ autista di indicarci la fermata giusta per raggiungere il cimitero. Al momento opportuno scenderemo e ci avvieremo lungo una rotabile che ci condurrà a Punta Pioppeto. Qui dalla metà del diciannovesimo secolo sorge il faro di Procida, altro punto scenografico affacciato sul mare aperto. Continuiamo tra vigneti e frutteti e raggiungeremo infine il cimitero. A dispetto della nostra “originale” destinazione, ci stiamo avvicinando ad un altro splendido scenario naturale. Uno stretto viottolo, infatti, costeggia il muro perimetrale del camposanto e porta alla Spiaggia del Pozzo Vecchio, racchiusa in una scenografica insenatura dove il blu ed il verde dell’ acqua si fondono con i colori dorati della sabbia.
Ritorno al borgo
Siamo ormai quasi al termine del nostro lungo giro. Proseguendo la nostra circumnavigazione dell’ isola in senso orario, ci avviciniamo al centro urbano principale, e le abitazioni si fanno sempre più fitte. Non dobbiamo però farci sfuggire la traversa di via Faro. In poche centinaia di metri attraverseremo un altro angolo caratteristico e pittoresco dell’ isola. Arriveremo infine al belvedere del vecchio faro, del quale rimangono solo pochi ruderi appena visibili attraverso la fitta vegetazione. Ma se si seguono le scalette scavate nella roccia si raggiungerà un punto dal quale il faro si staglia nettamente contro l’ azzurro del mare, con l’ abitato di Monte di Procida a dominare il panorama dall’ altro lato del canale, sulla terraferma continentale.
Ormai la nostra passeggiata è finita, abbiamo raggiunto le prime case del nucleo urbano principale. Già scorgiamo dietro un angolo le banchine del porto, quelle dal quale il nostro giro era iniziato appena sbarcati dal traghetto. Ma se le nostre gambe ce la fanno ancora, continuiamo a girare senza una meta precisa lungo le strade del nucleo urbano ed ancora una volta non rimarremo delusi. Procida prima di salutarci farà di tutto per confermarci di essere un paradiso per il fotografo in cerca di belle immagini.
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Arrivo un po’ fuori tempo massimo ma ci tenevo a dirti che sono delle belissime foto. Sono stata a Procida nell’ottobre scorso, ne ho parlato nel mio blog, e l’ho trovato un posto davvero affascinante, più autentico di Capri, meno affollato e quindi più nelle mie corde di viaggiatrice fuori dai “luoghi” comuni.
Oh, ho letto dei tuoi tours campani! Concordo con te, Procida è un luogo affascinante…a patto di non andarci ad agosto! Grazie per i complimenti, che contraccambio per il tuo bel blog.
Ciao, sono rimasto sbalordito dalle tue foto e soprattutto da quelle fatte nella mia isola, procida. Ti volevo proporre una collaborazione, con il portale che sto per lanciare visitprocida.it
Buongiorno, e grazie dei complimenti.
Scrivimi pure via mail per farmi conoscere i dettagli della tua proposta di collaborazione.
Saluti
Giuseppe
Your Photography is OH MY GOD….. and the places you are living and travellingare my dreams and I will be there soon to capture the beauty of these paradises on earth.
Thank you so much for sharing such great experience.
best regards
Kazmi
http://www.kazeyez.wordpress.com