Puglia di mezzo: case bianche e lampi barocchi

Puglia di mezzo - Cisternino case bianche e lampi barocchi

Case bianche si stagliano su morbide alture che guardano al mare, digradando in mezzo agli uliveti. Calce candida si alterna ai balconi barocchi ed alle chiese in pietra dorata che si infiamma al tramonto. Colonne barocche si intorcigliano verso il cielo e spingono il santo di turno lassù a vigilare sul mondo. Sotto, si apre una piazza fiorita di caffè. Giovani ed anziani amano incontrarsi qui per due chiacchiere, un bicchierino o una partita a carte: c’è un pezzo di Spagna catapultato su un terreno carsico, punteggiato di doline, ricoperto di oliveti secolari, cotto dal sole per quasi tutto l’ anno.

E’ una terra di fede e processioni, di sole e caldo torrido, una terra che ricorda ancora le invasioni arabe, le dominazioni, l’ influsso di una capitale lontana, aldilà dei monti, della quale si cercava di copiare lo stile di vita e l’ architettura.

Puglia di mezzo: case bianche e lampi barocchi - Locorotondo Balcone barocco
La Puglia di mezzo

No, non è l’ Andalusia, siamo molto più ad Est, in Puglia. Per essere più precisi in quella che io chiamo Puglia di mezzo, ovvero quel territorio posto all’ incrocio delle province di Bari, Brindisi e Taranto, delimitato dal mare e dall’ orlo delle Murge.

Le carovane turistiche vengono qui con un obiettivo uno e trino: trulli di Alberobello, grotte di Castellana, Zoosafari di Fasano.

Ma voi non fate come loro, andate oltre la crosta. Ci sono meraviglie che vi aspettano, a partire proprio dai trulli, quelli veri, abitati, senza negozi di chincaglieria dentro; usati, rovinati, non imbiancati di fresco, finanche un po’ diruti.

Trullo diruto
Alberobello

Li trovate fuori da Alberobello, lungo tutta la Val d’ Itria.

Ma anche nella stessa Alberobello potete fare qualcosa per evitare la calca. Per esempio non limitatevi a visitare il quartiere Monti. Certo, è proprio lì che i trulli sono più belli e restaurati, sono tanti, accrocchiati attorno al piccolo colle che parte dalla piazza dove ci sono bar e parcheggi.

Tetti di trulli

Ma proprio per questo è proprio qui che vanno tutti, ed è proprio qui che la gran parte dei trulli è ormai convertita in negozio o bar, ed ha perso la sua originale funzione di abitazione. Voi invece andate dall’ altro lato della piazza, più o meno sotto al campanile della chiesa e vi troverete trulli meno imbellettati, meno imbiancati di fresco, ma vivi, vissuti, abitati.

Trulli di Alberobello
Cisternino

Uscite dal triangolo d’ oro dei torpedoni per andare a scoprire Cisternino, con il suo centro storico piccolo come un pugno, aggrumato attorno alla casa comunale, i vicoli bianchissimi che odorano ancora di calce, gli angoli che nascondono visioni intime, archi e portici come in un piccolo labirinto.

Puglia di mezzo: case bianche e lampi barocchi - Cisternino Passaggio con arco

Perdetevi pure, lasciatevi trasportare dai piedi e dalle sensazioni, tanto le dimensioni sono tali che in ogni caso sbucherete prima o poi nella piazza principale, di fronte alla torre dell’ orologio, con gli ombrelloni dei dehors dei bar che fremono leggermente nella brezza del tardo pomeriggio.

Puglia di mezzo: case bianche e lampi barocchi - Cisternino chiesa
Puglia di mezzo: case bianche e lampi barocchi - Cisternino portico
Locorotondo

Quasi di fronte c’è Locorotondo, fascino puro.

I vicoli sormontati da archetti, le case imbiancate a calce dalle quali spuntano improvvisi balconi barocchi, la macchia arancione ed improvvisa della Cattedrale e più in là una chiesa romanica, un gioiellino incastonato nell’ asfalto e circondata dal bianco.

Locorotondo Chiesa madre San Giorgio
Puglia di mezzo: case bianche e lampi barocchi - Locorotondo archetto e case bianche
Locorotondo chiesa imbiancata a calce

Il tutto in un silenzio quasi irreale: il gran turismo qui non è ancora arrivato.

Ostuni

Tornando verso il mare, ecco infine Ostuni, accomodata in cima alle Murge. Vi accoglie con un enorme fabbricato in stile fascista, sulla cui facciata spicca la scritta Elaiopolio.

Vi sfido a capire immediatamente di cosa si tratta!

Io per riuscirci ho dovuto aspettare di tornare a casa per fiondarmi sul dizionario e scoprire che è un vecchio termine per definire un oleificio. E poi, continuando la mia ricerca, ho scoperto che quell’ edificio, costruito davvero nel periodo fascista,  è dal 1959  la sede dell’ Oleificio Cooperativo.

Siamo solo in periferia, alla base della collina dove sorge Ostuni, e già siamo accolti da sorprese.

Ostuni Colonna di Sant' Oronzo

Continuiamo a salire, attraversiamo la parte moderna della città. Godiamoci il fresco ed il mercatino delle pulci della villa comunale ed eccoci sotto la colonna di Sant’ Oronzo, obelisco barocco di pietra dorata che si alza per venti metri trascinando lassù in alto la statua del santo protettore del paese.

La vasta piazza dove sorge la colonna ospita il Municipio ed un buon numero di caffè dove si può perdere la giornata ad oziare. Ma c’è una strada lì in fondo che si inerpica verso il centro storico, il vero cuore della Ostuni turistica.

Locorotondo Portale barocco
La città bianca

La chiamano “la città bianca” ma non è differente da tutti i suoi vicini. Muri a calce a Martina Franca come bianche sono le case a Cisternino, Locorotondo ed Alberobello. Ma l’ appellativo resta solo per Ostuni. Misteri dei cataloghi turistici, grazie ai quali i flussi aumentano e le folle si accalcano negli stretti vicoli del paese.

Scegliendo però il momento giusto, magari in primavera o in autunno, magari la mattina presto, quando il sole sta per spuntare dalla direzione del mare, le temperature sono più gradevoli e la luce è migliore, anche Ostuni può regalare silenzio e solitudine; ovvero ciò di cui ha bisogno un fotografo per entrare nello spirito del luogo.

Ostuni Cattedrale

C’è dunque questa strada acciottolata che tira dritto lungo il fianco della collina, fiancheggiata di negozi e gelaterie. E’ l’ accesso preferenziale alla città antica. Ma a noi piace perderci, ed allora imbuchiamoci in un vicoletto a caso e facciamoci guidare dall’ istinto, perdiamoci tra archi bianchi, scale di marmo, pareti a calce. Stiamo attenti a mantenere la direzione in salita e prima o poi sbucheremo in cima al colle, dove al tramonto la Cattedrale brilla di luce dorata, stagliandosi dal biancore quasi latteo che la circonda.

Tra le linee severe del tardo gotico della sua facciata si innestano barocchismi spuri e – in un angolo quasi nascosto – una cupoletta maiolicata che fa tanto Costiera Amalfitana. Ma d’ altronde i Turchi sono passati da qui, come anche dall’ altro lato della penisola, verso Salerno.

La luna e la pietra - Cattedrale di Ostuni

Poco oltre c’è il famoso belvedere da dove potremo vedere la costa, il sole che sorge e la vasta pianura ricoperta di olivi giù in basso.

I dolmen

Conviene poi esplorarla, questa campagna che guarda timidamente al mare, alla ricerca di panorami e di dolmen. Sono camere formate da grandi pietre piane conficcate nel terreno e coperte da una grande lastra sempre in pietra, alle quali si accede tramite un corridoio costruito nello stesso modo.

Ad esempio, cercate il dolmen di Montalbano, ben conservato, nei pressi di un casolare abbandonato, sperso tra gli ulivi.

La luna e la pietra - Cattedrale di Ostuni

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