La Mefite d’ Ansanto
La Mefite d’ Ansanto si fa introdurre dall’ immaterialità del suo alito. Vapori di zolfo simpatici come un uovo dimenticato da tempo in cantina ti indicano la strada da seguire.
Il paesaggio è straniante e non si fatica a credere che gli antichi abbiano caricato la zona di significati magici. Il laghetto ribolle e puzza ed ai suoi bordi i depositi minerali lasciano tracce multicolori. Visto dall’ alto della postazione oltre la quale è vietato andare per motivi di sicurezza, dà l’ impressione di un campo di sabbie mobili psichedeliche. Non c’è vita lì in mezzo, di nessun tipo. Sono lo zolfo ed i suoi derivati a farla da padrone. Impediscono la crescita dell’ erba, avvelenano chiunque osi avvicinarsi troppo alle sue rive. E lo sapeva già Plinio il Vecchio, che nella sua Naturalis Historia della Mefite dice che chi entra muore.
Il Carmasciano
Allontanandosi sufficientemente lo zolfo – pur se non più in dosi letali – si mantiene in sospensione e si deposita poi sull’ erba. Quell’ erba che nutre le le pecore che poi daranno il latte. E da questo latte, a completare la catena, si ricava il prelibato Carmasciano. Un formaggio che ha nel retrogusto piccante, che si incrementa con la stagionatura, la sua nota caratteristica. E sarebbero proprio i solfiti presenti nei pascoli a regalare al Carmasciano la sua tipicità. Ultimo dono della dea Mefite, antica protettrice della fecondità femminile e della fertilità dei campi.
Per la verità è sempre a qualche dio personale che bisogna raccomandarsi per riuscire a provare il vero Carmasciano. La produzione è familiare, limitatissima. Si parla di poche migliaia di forme all’ anno, che già in autunno inoltrato sono introvabili.
Visitare la Mefite d’ Ansanto
Ma stiamo divagando. La Mefite che si preannuncia con i suoi miasmi non è la dea osco-sannita, bensì uno dei luoghi più misteriosi e pericolosi d’ Italia. Gli antichi Sanniti ritenevano che proprio qui si celasse l’ accesso al regno dei morti. Da queste spaccature della crosta terrestre sarebbe improvvisamente spuntato Plutone sul suo cocchio trainato da quattro cavalli neri come la notte per rapire la bella Proserpina.
E qualche dubbio in merito potrebbe sorgere anche a chi finalmente arriva in vista del laghetto solforoso dal quale proviene il tipico odore che fa da guida. Non è particolarmente grande ed è profondo solo due metri. Una specie di stagno che ribolle a causa dei gas che provengono dal sottosuolo. Gas che a contatto con l’ acqua si riscaldano ed emettono esalazioni tossiche e maleodoranti.
Capita spesso che ai bordi del lago giacciano carcasse di animali che non hanno capito il pericolo. Un pericolo mortale e traditore, perché evanescente come l’ aria. E’ anidride carbonica, la cui densità e molto superiore a quella dell’aria. Da questa caratteristica fisica deriva in gran parte la pericolosità delle emissioni gassose. Con calma di vento e temperature basse, il gas tende ad accumularsi nelle depressioni formando veri e propri fiumi e laghi di gas. Le persone e gli animali che fortuitamente entrano in queste trappole invisibili sono destinati a morire perché la CO2 ad alte concentrazioni è estremamente tossica. Senza contare la presenza di altri gas velenosi come l’acido solfidrico.
Ma basta rispettare le indicazioni e non oltrepassare le recinzioni per poter visitare la Mefite d’ Ansanto in massima sicurezza. E magari con un brl picnic a base di pane e formaggio Carmasciano nell’ area attrezzata allestita proprio ai margini della zona pericolosa.
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Und Priapos war der Mann von Mefite? Gott der Frukktbarkkeit.
Schön, das möchte ich gerne sehen und riechen!!!
Mit Priapos oder mit mir?