Marsa al Hamem, in Arabo: Baia delle Tortore.
Col tempo il nome si è italianizzato e trasformato in Marzamemi.
E già questo basta a capire quanti secoli di storia alberghino dietro queste pietre.
Giù giù in Sicilia, alla stessa distanza dall’ Equatore di Capo Bon, delle Azzorre, di San Francisco. Ormai siamo al capolinea.
Di fronte c’è solo mare, tanto mare. Se si potesse guardare oltre l’ orizzonte si vedrebbe Creta, che è proprio lì di fronte, giusto ottocento chilometri più ad Est.
Le tonnare di Marzamemi
Con tutto questo mare davanti, Marzamemi è il posto ideale per andare a pesca.
Gli Arabi costruirono qui le prime case proprio per andare alla ricerca di pesce. E che pesce! Nella stagione giusta soprattutto tonni.
Pian piano Marzamemi divenne una delle più importanti tonnare della Sicilia: “un ridotto di navi. Il mare abonda quivi di tonni e d’altri pesci marini, tutti buoni a mangiare” scriveva a metà del ‘500 Tommaso Fazello, monaco, storico, teologo, geografo a tempo perso ed eminente esempio della poliedricità dell’ uomo rinascimentale.
La storia
Attratti dalla pescosità del luogo da qui oltre agli Arabi sono passati gli Spagnoli e poi i Borboni prima dello sbarco di Garibaldi. Ed in tutti questi secoli e sotto tutte queste dominazioni Marzamemi ha continuato ad essere un piccolo borgo di pescatori, circondato da saline.
Ma ogni storia ha la sua fine e quella di Marzamemi si concluse alla fine degli anni ’60 del secolo scorso per sopravvenuta mancanza di materia prima: i tonni erano ormai stati sterminati.
Il turismo
Poi è arrivato il turismo.
Il vecchio borgo che ospitava i tonnaroli e le loro barche oggi è un ritrovo chic affollato di baretti e ristoranti. Il palazzo dei Principi Bonaccorsi di Reburdone è un albergo extralusso, il deposito delle imbarcazioni un locale per matrimoni à la page.
Delle vecchie tradizioni della caccia al tonno non resta più niente.
La bellezza di Marzamemi
Ma la bellezza, quella sì che resta.
Un’ antica chiesa di arenaria guarda il mare attraverso un arco, la grande piazza del borgo al tramonto si accende di colori caldi che rinvigoriscono il giallo dei tufi. Nel cielo abbondano le tortore, ma nella stagione giusta ci sono anche fenicotteri e cicogne che sostano nelle paludi di Vendicari per riposarsi durante le loro lunghe migrazioni
Fuori, il porticciolo ospita ancora qualche barca da pesca, che galleggia placida mentre scende la notte.
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