Görlitz, estremo Est di quella che era una volta la Germania Est.
Ai tempi di quando ero giovane, questo posto era ben aldilà della Cortina di Ferro. Luoghi irraggiungibili.
Credereste di poter trovare proprio qui la conchiglia del Cammino di Santiago?
No inimmaginabile.
Eppure c’è.
Il porticato risale dalla Neisse; dall’ altra parte del fiume è sempre Görlitz, ma si chiama Zgorzelec e siamo in Polonia. Da qui si va verso il Duomo di Görlitz e poi si prosegue ancora per settimane e settimane di cammino, verso l’ Oceano Atlantico.
La Via regia è il più lungo collegamento terrestre d’ Europa. Ed uno dei più antichi. Migliaia e migliaia di chilometri attraversando le infinite pianure slave, poi le scure foreste tedesche, per collegarsi infine con il tradizionale tracciato del Cammino di Santiago, quello che parte dai Pirenei, per intenderci.
Da Görlitz ci sono ancora più di tremila chilometri per arrivare a Santiago. Senza contare i chilometri da Görlitz a Kiev, che sono altri milletrecento. Insomma più di quattromilacinquecento chilometri da fare a piedi, e non sono mica pochi.
Ad andatura media almeno un mese di cammino, senza contare i contrattempi, dal maltempo ai briganti, che certo non mancavano. Ma i viandanti avevano protezione, perché la rete viaria dell’ epoca era un asse di traffico indispensabile. Lungo quei sentieri si spostavano merci e persone che generavano cassa grazie ai diritti di passaggio incassati da tutti i signori dei luoghi.
Si dà il caso poi che non fossero solo merci ed armi a transitare lungo quelle strade, ma anche culture diverse, che si spostavano da un estremo all’ altro dell’ Europa per poi incontrarsi e fondersi in nuovi sincretismi.
Per mille anni lungo questa rete di sentieri da Kiev a Santiago de Compostela hanno viaggiato mercanti, contadini, militari e religiosi, ma i traffici si bloccarono con il declino del Sacro Romano Impero e la conseguente frammentazione del potere, che rese impossibile la gestione centralizzata della sicurezza e mise i pellegrini alla mercè dei vari signorotti locali, avidi della loro parte di gabelle sul transito.
Ma la Via Regia continuò ad esistere sulle mappe: Napoleone si avviò ad invadere la Russia lungo questa strada, e sempre di qui le sue truppe sconfitte e braccate tornarono indietro.
Il rubinetto si chiuse definitivamente tra il 1945 ed il 1989, con la Cortina di Ferro.
Ma la direttrice est-ovest che questo asse viario ha sempre incarnato non ha per niente perso la sua importanza economica (ed il suo fascino). Gli anni del Dopoguerra e della Guerra Fredda hanno solo interrotto, e non bloccato l’ interscambio tra Oriente ed Occidente d’ Europa. Ma hanno anche determinato – in quarantacinque anni – il progressivo scomparire della rete di sentieri. Non ne è rimasta molta traccia, anche se negli ultimi anni, soprattutto nell’ area tedesco-polacca si moltiplicano i programmi di restauro dei tracciati, visti soprattutto in funzione turistica.
Ma se la via Regia esiste con questo nome ormai solo nei dépliants turistici, la sua tradizionale importanza ha trovato un successore dal nome meno romantico: il Corridoio 5 progettato dall’ Unione Europea, prima del ridimensionamento dovuto alla crisi economica, prevedeva un collegamento rapido tra il Portogallo e l’ Ucraina, tra Lisbona e Kiev. E lo stesso Corridoio 3, ancora esistente nei programmi dell’ Unione segue quasi pedissequamente – nel suo tratto dalla Germania a Kiev – il vecchio tracciato della via Regia.
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La mia lingua Italiana capacità sono limitate, ma sembra che lei aveva una meravigliosa avventura
Una storia molto interessante e un posto così bello. Grazie per aver condiviso questo.