Esiste un posto al mondo, esclusivo ed inaccessibile. Un posto al mondo per il quale farei pazzie.
Il Circolo di Conversazione di Ragusa è stato costruito nel 1805, quando quattro tra le più notabili famiglie di Ragusa Ibla decisero di regalarsi un posto dove riunirsi e conversare, appunto, lontani ed isolati dal resto dei popolani.
E’ un edificio ad un solo piano in stile neoclassico, praticamente disadorno – nonostante le sue colonne e bassorilievi – a confronto del magnifico barocco che lo circonda.
Ma non è la struttura del fabbricato ad essere interessante, quanto piuttosto ciò che la muratura nasconde. E cioè le circonvoluzioni (queste sì barocche!) delle relazioni sociali al suo interno.
Gesualdo Bufalino nacque e visse e pochi chilometri da Ragusa. Lui ricordava bene il tipico circolo di conversazione siciliano del XIX secolo:
Le mura esterne lilla del Circolo di Conversazione nascondono la grande sala interna dalle pareti ricoperte di damaschi rossi. Pavimenti di marmo, un grande lampadario in rame, una specchiera ad ogni parete e quattro lunghi divani rossi. Uno per ognuna delle famiglie fondatrici.
La grande sala si riesce a vedere anche dall’ esterno, sbirciando dalle vetrate che danno sulla piazza.
Dentro puoi immaginarci che si aggirino ancora le ombre dei personaggi gattopardiani.
Ma, a parte le ombre, che immagino solo io, la sala è tutto ciò che si può indovinare del circolo, perché di entrarci, neanche a pensarci. Un club inglese incastonato in Sicilia meridionale mantiene l’ esclusività e la riservatezza del suo modello.
A meno di non avere un colpo di fortuna ed incontrare un membro disposto a farti entrare come suo ospite!
Ecco allora la grande sala rossa, che – vista da vicino – è ancor più opulenta ed accogliente. Si scorge anche la sagoma del meccanismo idraulico che permetteva di sollevare una piccola porzione del tetto, per permettere la fuoriuscita del fumo. All’ epoca della costruzione del circolo, mica era vietato fumare nei locali pubblici.
C’e’ poi la sala di lettura con tavoli, quotidiani e libri. Ci sono sale per il gioco delle carte e del biliardo. Ed anche un giardino interno ombroso e profumato di zagare, dove continuare le proprie letture o le conversazioni.
Esclusività, raccoglimento e pace. Mi piacerebbe tanto essere membro di questo club.
Immagino giornate trascorse a leggere e progettare viaggi, scambiare qualche chiacchiera con gli altri membri, farsi servire in giardino il rinfresco preferito mentre fuori si spande l’ eterna primavera della Sicilia meridionale.
Immagino profumi di agrumi e cannoli serviti su vassoi d’ argento.
Magari la realtà è diversa, ma immaginare non costa niente.
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1 thought on “Il Circolo di Conversazione, una scheggia di Inghilterra in Sicilia Meridionale”